Parabole
Steven Kenny, The perch, 2004
E quando
l’ aria manca
e rimani appesa
polsi legati stretti
al ramo che si sfoglia,
ti fai corteccia e scorza che si sbuccia,
e pioggia e vento battono le ossa
e i fogli intridono di te
- quel che sei -
spartito di parole
segni e graffiti
ciuffi ondeggianti
in parabole casuali
sull’ erta che la sponda
all’ acqua riconduce.
Il processo di trasformazione è perfettamente descritto. Il foglio si fa foglia intriso “di te/quel che sei/spartito di parole/segni e graffiti”.
Però quell’immagine iniziale dove “l’ aria manca/e rimani appesa/polsi legati stretti” mi mette una tristezza! … Preferirei cogliere una nota positiva … forse in quella trasformazione …
Ci devo pensare.
dic 12th, 2008 at 18:19
Brava, Rose, pensaci… Quando I’ am in such a mood
) mi trovo in difficoltà a trovare note positive che però ho cercato di accennare, solo accennare, in
“sull’ erta che la sponda
all’ acqua riconduce.”
Ciao, cara
dic 13th, 2008 at 19:25
Anche se le poesie tristi non rallegrano i lettori, bisogna riconoscere che la poesia più grande viene proprio nei momenti più bui …
Chissà perchè … forse una consolazione dell’animo … o il bisogno di esorcizzare l’angoscia …
dic 13th, 2008 at 20:19
… esprimendola in modo lirico.
(mi sono accorta di non aver completato il pensiero)
dic 13th, 2008 at 20:21
credo che sia semplicemente uno sfogare l’ angoscia, un tentativo, come dici, di esorcizzarla. O forse di analizzarla. Si è sempre in cerca di un qualche perché…
dic 14th, 2008 at 14:49