

Quel che avresti voluto s'è rifugiato nei meandri del tempo, mai consumato, e Nina ti parla di come sarebbe stato. Dice di certe albe che ti miagolano addosso e di come uno stiracchia la notte dell'altro per farti aprire infine gli occhi.
Lasci sul cuscino gli incubi abbracciati ai sogni di quel che nulla è stato.
Ti alzi nuova come il giorno appena inventato. Un giorno, a dir il vero, abortito dalla notte, perché tutto sembra storto. La luce si è fatta strada nell'oscurità di un cielo indifferente.
Sorseggi il caffè insieme alla solitudine, mentre Nina ti guarda in silenzio.
Vesti le illusioni di speranze e pure alla svelta, perdendo un minuto di più davanti allo specchio per mascherare meglio l'umore. Poi, vai giù al bar per la seconda colazione, perché lì c'è gente. Qualcuno ti augura un “buon giorno, signora” ed entrano le casalinghe, che hanno appena lasciato i figli a scuola e parlano di fantomatiche crociere e del menù da fare per il pranzo, parlano e parlano davanti ad una calda tazza di caffè. E pensi: “beate loro“. “Un cornetto e un cappuccino può andare bene, grazie” ordini al ragazzo dietro al bancone e consumi il pasto lentamente, osservando le ballerine per la strada. La gioventù è sempre bella, anche quando fa un po' male. Poi tutto si aggiusta. C'è ancora tanta strada da fare. Ma tu non hai rimpianti, che di strada ne hai fatta tanta, perché tutto ciò che hai vissuto è stato solo il viaggio per una delle tanti missioni che hai compiuto. Forse sei stata una missionaria.
Nina è la tua amica e portaborse, dentro la borsa ti ha messo tutte le cose necessarie. Non ti serve di più. Del necessario.
Dici a Nina che domani scriverai la tua ultima poesia, perché c'è un silenzio che respira stanco.
Lei, che è già arrivata al giorno di dopo domani, ti guardo con un sorriso sornione. Non c'è bisogno di parole.
Nina, ti conosce. Nina che sa sempre tutto è l'Alter Ego. Ascoltala bene.
Carmen