Utente | Messaggio |
16:45 9 aprile 2010
| Carmen
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| Ospite
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Lavo e strofino, sciacquo e stendo i sentimenti sul filo. Il vento ci gioca per un po' e nell'aria aperta profumano di pulito. A volte, però, ci resta una macchia. Ho due pile di panni appena raccolti. Ora li stiro. Poi, li rimetto tutti nel cassetto. *** …e se rinasco divento gabbiano. Sono belli i gabbiani quando seguono le navi, o sorvolano l'oceano sotto il cielo. Conosco un gabbiano che picchia sui vetri. Ha dimenticato i pesci. Ora, preferisce il tozzo di pane. *** In me dimorano cento donne. E' difficile accontentare cento donne, perché la donna è complessa, e allora ho posto una regola: chi viene soddisfatta, se ne deve andare. Ieri s'è presentata una sola. La più cara. *** Fu così il fatto: dopo che la mano ossuta ebbe a schiaffeggiarmi lasciando la sua livida impronta sulla mia guancia, vennero in mio soccorso le carezze della Poesia, e una dopo l'altra le carezze fecero sì che quel livore divenne la nostra partenza. Il suo comunicare in effimero linguaggio mi arrivava attraverso brevi percezioni e ne facemmo di strada insieme, prima che potessi capire qualcosa del suo dire, che si evolse con gli eventi. Poche volte, ella mi abbandonò per prendersi una pausa e in quei momenti io la cercavo disperatamente scarabocchiando sul foglio, allora ella si arrabbiava perché non ama scarabocchi e ritornava da me per guidare la mia mano, come la maestra fa con la sua alunna. Molte volte, invece, ridemmo insieme alle mie parole zoppe, perché, seppur fossero malferme,e balbettassero il loro dire, ebbero tanti sentieri da percorre ancora e noi due, la Poesia ed io, sapevamo che il contenuto di un incanto è già un passo avanti. Nulla di ciò che ho scritto o che scrivo è dunque mio. Sono solo l'umile messaggero di un'Entità che in me alberga. Per il resto, che volete, Vivo la Poesia come una cosa necessaria. In ogni cosa che mi è accaduta, o che mi accada, ho necessità di interpretarla come il muto linguaggio degli Eventi. Se questi occhi guardano indietro, riescono a vedere meglio il presente. Ora, potete pure pensare che sono un po' strana ma, se la comare secca non mi avesse bacchettata per benino, è vero che starei ancora a dormire sul cuscino della beata incoscienza, ma è altrettanto vero che le cose, che sono accadute dopo, non avrebbero mai preso forma. Le tante cose che sono accadute dopo mi hanno riempito di ricchezza, una ricchezza, questa, il cui valore lo stimo io. Carmen
Buon fine settimana
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11:26 10 aprile 2010
| Pietro
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| Ospite
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Una dichiarazione di poetica importante eppure dolce, nella sua umiltà. L'ho apprezzata moltissimo, cara Carmen.
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20:16 10 aprile 2010
| lucia
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| Ospite
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Cara Carmen mi associo a Pietro. (é una ricchezza dal valore inestimabile.) Molto dolce e molto bella. Grazie delle belle cose che scrivi sei bravissima 
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22:06 10 aprile 2010
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Narrazione di un percorso che trova nell' espressione poetica un punto fermo di riferimento, una necessità, quasi fisica, senz' altro psicologica, intima e spirituale volta a motivare, a spiegare, a ri-creare e a ri-crearsi. Il tuo percorso, Carmen. Nelle tue parole. Che non sono tue (cfr. sono solo l' umile messaggero…). E che diventano di tutti. Grazie.
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14:58 11 aprile 2010
| Elina
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| Ospite
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le pagine da scrivere come panni da asciugare e poi stirare
un'immagine particolarmente viva, che odora delle cose quotidiane
scrivere come necessità, come consolazione o espressione di un momento, vitalità e compagnia
grazie Carmen
un abbraccio, Elina
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16:41 11 aprile 2010
| luisa gossa
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| Ospite
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Sono parole bellissime, dolci e sciolte come acqua che rotola sui sassi della vita, arrotondandoli, lisciandoli e cullandoli. Riesci a trasformare in poesia la tua vita: è una cosa stupenda!
Brava davvero!
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21:00 11 aprile 2010
| Rose
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| Ospite
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La poesia ti è compagna di vita, Carmen. 
Bellissimo brano.
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23:22 11 aprile 2010
| Manfredi
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| Ospite
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la poesia è compagna, è aiuto e sostegno, è fonte perenne di acqua chiara…
una pagina che vale, Carmen. una riflessione che conta.
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09:22 12 aprile 2010
| Camilla
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| Ospite
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"vennero in mio soccorso le carezze della Poesia, e una dopo l'altra le carezze fecero sì che quel livore divenne la nostra partenza."
a volte il percorso poetico, fatto di slanci alternati a silenzi, può soccorrere ed accarezzare l'animo ferito da eventi improvvisi o inspiegabili
una consolazione, un sollievo, quasi un grembo di madre che accoglie e dona ristoro
una pagina chiara, di tutta evidenza e forza
saluto Carmen
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11:50 12 aprile 2010
| Carmen
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| Ospite
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Grazie per le vostre belle parole e a presto!
Carmen
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