

(la follia)
Nina sa del silenzio quando penetra l'oscurità e va a forare l'anima,
e delle percosse necessari, perché la ribellione risvegli le tempeste del suo mare,
“Perché quel corpo non risponde ai richiami?”
Nina è in ginocchio, si rende conto di essere nel vortice di qualcosa di grande, qualcosa che non ha un nome, qualcosa che va oltre qualsiasi comprensione. Alza una mano, batte il petto, urla:”mea culpa, mea maxima culpa, libera me – mi – Signora, sarò degno della cena questa sera. Ho fame!” poi, inizia ad oscillare come un'onda alla nenia di sua madre.
Si addormenta sul pavimento in posizione fetale.
La ragione le viene incontro. Chiude le finestre e abbassa le serrande, qualcuno canta “Ninna nanna ninna oh, questa bimba a chi la do?” e Nina sogna, sogna di una donna che cammina per la via, porta tacchi a spillo, calze a rete. Va in chiesa, dove la Perpetua dice che la fioritura del pesco sarà buona quest'anno e accende la sua candida candela.
“Io voglio bene a Nina”, mormora un condomino in prima fila e alza la sua cresta come fa il gallo nel pollaio, ma Nina è una donna riservata come la morte ad personam.
Meglio starle lontana. Perché Nina porta il lutto, il lutto le sta bene addosso, è andata dal parrucchiere, s'è fatta le sopracciglia. Nina è bella sotto il cielo quando è perplesso.
Poi, Nina si risveglia.
E' una bestia che attacca come il toro nell'arena, ha un buco nella pancia e dei vermi da svernare come si fa con la cagna appena accolta dalla strada.
Fa a pezzi il passato e sventra il presente.
Nina agisce in silenzio e ricompone la sua storia.
Sfruguglia l'anima, come il dottore con il ventre della partoriente quando va a cacciare i residui della placenta, grande come è grande questo mare, immobile e denso.
Ogni giorno Nina partorisce dalla pancia un'idea, piccole mostri da decantare, che poi appende sulle pareti. Dice che la pazzia è una Dea. Sta rinchiusa dentro il tabernacolo tutto l'anno. Esce raramente, a posare le sue mani sulla testa dei suoi cari.
Ha decretato, che Nina sarà nominata la sua santa.
Carmen